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Villa Comunale
L’edificazione della Villa Comunale viene attribuita a Guglielmo de Grigis da Alzano detto il Bergamasco (1480 - 1550), e si colloca tra il 1543 e il 1550.
Il palazzo fu commissionato al Bergamasco da Antonio Frattina e si distingue tra i palazzi cittadini per il loggiato del secondo piano che l’architetto collocò sul prospetto laterale, con un espediente scenico che gli consentì di mostrare frontalmente la loggia a coloro che risalgono la via del Seminario verso il ponte dei molini.
La proprietà passò di mano in mano lungo i secoli. Tra il 1919 e il 1923 l’allora proprietario Giancarlo Stucky vi apportò notevoli modifiche: fu costruito lo scalone marmoreo che porta al piano nobile, ma fu anche alterata l’armonia originaria della facciata, con l’intera sopraelevazione e con l’inserimento di due finestre a fianco del portico. Nel 1935 la proprietà passò ai Marzotto, e nel 1973 al Comune di Portogruaro.
La Villa misura m. 35,50 di fronte, m. 25 di profondità e m. 14,50 di altezza.
Anche questo, come moltissimi palazzi portogruaresi, era affrescato con figure, satiri, cavalli e altri mostri, affreschi che nel 1893 erano tutti scomparsi.
Nell’atrio al piano terra della Villa sono stati di recente collocati i busti di Vittorio Emanuele II, voluto dal Consiglio Comunale nel 1878, opera dello scultore fiorentino Fantaccini, quello di Giuseppe Mazzini, realizzato nel 1947 da Valentino Turchetto e quello del poeta concittadino Fausto Bonò (1832 -1890) realizzato nel 1892 dall’udinese Leonardo Liso.
Nel sottoportico della foresteria sono stati collocati due medaglioni di marmo di Giuseppe Garibaldi e di Camillo Cavour voluti dal Consiglio Comunale nel 1882. Sia questi sia i busti di Vittorio Emanuele II e di Mazzini si trovavano fino al 1965 circa nella sala consiliare del Municipio.